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VAGONI CON DELITTO – IL TAGLIO DEI TRENI NOTTURNI

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Secondo Mauro Moretti, l’amministratore delle Ferrovie, il taglio dei treni notturni con il licenziamento di 800 lavoratori è stata una scelta dolorosa ma inevitabile. Un modo per eliminare convogli semi-vuoti e improduttivi, per migliorare i conti dell’azienda e in ultima istanza per far pesare di meno le Fs sulle spalle degli italiani. Ma è davvero così? In questa intervista al Fatto Claudio Renzetti, 47 anni, direttore generale di Servirail (ex Wagons Lits), l’azienda che aveva in appalto i servizi notturni, è di parere opposto. Renzetti non è l’ultimo arrivato nel-l’ambiente dei treni, dei vagoni letto e delle cuccette; con incarichi diversi lavora in questo settore da un quarto di secolo. Davanti al computer del suo ufficio sulla via Prenestina a Roma, a qualche decina di metri dalla palazzina dove gli 800 licenziati tentano disperatamente di salvare il loro lavoro, con un paio di clic tira fuori le tabelle con i dati di quello che in gergo chiama lo “sdraiato”, cioè le cuccette e i posti letto. “Come si fa a dire che non c’è mercato? Dal 2004 a oggi il totale dei viaggiatori di vagoni letto e cuccette è costante. Nel 2004 furono 1 milione e mezzo circa, nel 2010 erano 1 milione e 400 mila con un numero minore di carrozze e ad agosto dell’anno appena chiuso erano quasi 900 mila nonostante non si facesse la manutenzione delle carrozze che era affidata in appalto a un’altra società”.    E allora perché Moretti ha deciso di tagliare portando i notturni da 242 a 151 al giorno?

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