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La denuncia: "I collaboratori pagati in nero sono centinaia: devono essere pagati dall'Ente e non dal parlamentare. Inoltre giustificare tutte le spese."
Intervista pubblicata dal Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno (articolo di Francesco Ghidetti)
Rita Bernardini, esponente della pattuglia radicale eletta nelle liste del Pd a Montecitorio, ci mostra la sua busta paga (guarda PDF »). "Specifico subito. Non c’è ‘una’ busta paga. Ma tre. Il primo cedolino, inviato dal gruppo parlamentare, prende il nome di ‘Rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettore’. Il secondo è ‘l’Indennità’. Il terzo è la ‘Diaria’. Inoltre, ogni tre mesi arriva un altro cedolino di 3.323,27 euro per spese di viaggi e trasporti. Infine, ogni sei mesi ecco i 3.098,74 euro per le spese telefoniche". Scarica e guarda i cedolini (pdf) »
Lei quanto si mette in tasca pulito?"Non è un calcolo facile. Varia di mese in mese. Al mio partito verso mensilmente 5mila euro. Poi, ne spendo altri 1.200 per una consulenza e altri 800 per un contratto a progetto, ovviamente entrambi regolari".
In tutto ne prende 14mila, no?"Sì. Leviamo i settemila tra partito e contratti di consulenza e collaborazione. Poi ci sono i contributi extra, le iscrizioni e il discorso dei viaggi…".
Che non pagate."Sì, il trasporto. Ma quando si è fuori per visitare carceri come ho già fatto per almeno 180 volte, o per presenziare a un convegno, spesso si deve trovare un albergo e anche un posto dove mangiare… anche se noi radicali con gli scioperi della fame risparmiamo molto in tempo e denaro: tre cappuccini al giorno e non ci pensi più!".
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